Scalare le montagne è una attività inutile. Però è inutile come cantare, dipingere. È un’attività libera, aperta alla fantasia. È un gioco. Un gioco inteso però nel senso più elevato, come lo intendono i bambini. Perché è una esplorazione del mondo e, attraverso questa, un’esplorazione di sé stessi.
Nives Meroi
Prima donna italiana in vetta Nanga Parbat, K2 e Everest (senza ossigeno) e prima donna in assoluto a compiere la traversata GI/GII/Broad Peak.
Se dovessi condensare la nostra traversata dei monti Contrario e Cavallo in un paio di parole la definire proprio un gioco. Ci siamo divertiti come bimbi a esplorare un angolo a noi sconosciuto, riuscendo a rimanere costantemente sorpresi ed entusiasti di ogni ostacolo che ci si presentasse di fronte. In leggerezza.
Come quasi tutte le nostre uscite, anche questa per non essere da meno è nata quasi per caso, come toppa dopo aver mandato all’aria un weekend in Valle d’Aosta.
L’idea in realtà esisteva da tempo, l’avevo messa nella lista di cose da fare in Apuane durante l’ultima gita fatta da queste parti, ma non si era più presentata l’occasione.
Fino a quando non si è deciso di battezzare alle Alpi Apuane anche Tommaso, quale miglior banco di prova?
La traversata
La giornata comincia con una partenza improbabile da Genova e migliora con l’abbondante colazione al rifugio Val Serenaia, sempre una garanzia e tappa obbligata, che appesantisce non poco gli aspiranti escursionisti. Dal parcheggio si imbocca il sentiero 178 e lo si segue sino al rifugio Orto di Donna (1h), da cui in 10/15 minuti si arriva al Passo delle Pecore. I più coraggiosi possono optare per una doppia colazione all’Orto di Donna, i più oculati la faranno solamente nel secondo.
Il Passo delle Pecore è un balcone dal quale si gode di panorami unici su tutta la Val Serenaia e le sue cime, e sulla valle sottostante il versante sud del monte Contrario sino a Massa e nelle giornate migliori persino La Spezia e il golfo dei poeti. Da quest’ultima valle sale anche la via ferrata al monte Contrario, la più difficile di tutte le Apuane ma che al momento risulta chiusa per il distacco di alcuni ancoraggi.
Naturalmente se siete arrivati qui per intraprendere la traversata, vi godrete questi bei panorami solo in parte perché l’occhio vi verrà inevitabilmente rubato dalla severità con cui si staglia sopra il colle la parete sud del Contrario e la cresta tramite cui si arriva in vetta. Niente drammi, appare decisamente più severa di quello che poi si rivelerà essere, almeno per quel che riguarda le difficoltà tecniche. Pericoli oggettivi (dati principalmente dalla natura del terreno) ed esposizione sono sempre presenti.
Attenzione a non fare come i qui presenti e scriventi che hanno attaccato dritto per dritto un prato di una decina di metri molto esposto e altrettanto ripido, il sentiero una volta giunto in prossimità di questo salto verde lo aggira e risale nel bosco retrostante!
La pendenza della traccia man mano aumenta e con essa l’esposizione, fino ad una piccola sella dove si abbandona del tutto ogni traccia e si risale la cresta rocciosa sul filo. A nostro parere questo è il passaggio più appagante e divertente di tutta la traversata, l’arrampicata è sempre facile (II) e richiede solo cura nella scelta degli appigli, si muove davvero qualsiasi cosa! Se per precauzione vi siete portati una corda questo è uno dei pochi momenti in cui ha senso usarla ed è effettivamente possibile proteggersi su qualche spuntone con cordini o fettucce, a patto di non appendersi a “cose” mobili.
Friend e nut lasciateli pure in cantina, sono totalmente inutili.
In breve si arriva alla vetta del monte Contrario (1788m, 0h45 dal passo) da cui si gode di una magnifica vista sulla Val Serenaia e sulle sue vette. Da qui si apre per la prima volta anche il panorama sul resto della cresta e sulle quattro gobbe del Cavallo, la cui salita alla prima vetta appare molto più ripida di ciò che poi si rivelerà essere realmente.
La discesa da questa prima vetta avviene prima per un breve ma ripido pendio misto erba e roccette dopo il quale si giunge, con qualche altra ardita discesa sempre su paleo misto roccia, alla foce del Cavallo. Qui volendo si può interrompere la traversata scendendo in Val Serenaia ma non avendo mai percorso questo sentiero non saprei dire quali caratteristiche abbia.
Dalla foce affrontiamo la salita alla vetta nord del Cavallo (2h dal passo), la quale segna idealmente la fine delle maggiori difficoltà. Infatti, da qui in avanti i pericoli oggettivi come esposizione e terreno infido permangono, ma l’arrampicata non va più oltre il I grado e il traverso più esposto e insidioso, subito sotto la vetta centrale del Cavallo, è attrezzato da un sottile cavo di ferro, all’apparenza nuovo.
Raggiunta la quota più alta del Cavallo (1895m, 2h15 dal passo) decidiamo di fermarci per pranzare. La vista è superlativa e sarebbe difficile pranzare in un posto migliore oggi. Nel godersi il panorama c’è solo l’imbarazzo della scelta: a nord domina la scena il Pisanino con l’Appennino a fargli da sfondo, a est il gruppo delle Panie, l’Altissimo e il Corchia, mentre verso sud e ovest ci si perde dal Golfo dei Poeti alla costiera occidentale della Val Serenaia con Pizzo d’Uccello e Grondilice collegati dalle guglie aguzze della cresta del Garnerone.
Pranzo e sessioni di fotografia ci portano via una buona oretta, dopo la quale ci avviamo prima verso l’ultima e più orientale gobba del Cavallo e dopo in discesa per prati verso la forcella di Porta e il passo della Focolaccia, dove termina la traversata dei monti Contrario e Cavallo. Dal passo seguiamo le indicazioni verso il rifugio Orto di Donna dapprima su strada marmifera e poi su comodo sentiero sino a poco dopo la Foce Cardeto. Non avendo alcun motivo per passare dall’Orto di Donna decidiamo di imboccare il bivio che porta direttamente a valle e in meno di un’ora siamo di fronte alla meritata birra, sempre e ovviamente al rifugio Val Serenaia!
Dopo qualche confronto siamo ancora incerti se sia opportuno o meno classificare questa escursione come alpinistica. Le difficoltà fino al II grado esistono così come la forte esposizione ed è indubbio che ci voglia abitudine a trovarsi su percorsi del genere per poterlo percorrere in sicurezza e relativa tranquillità. D’altro canto la corda, certamente peculiare dell’alpinismo, è oggettivamente difficile da utilizzare per ricavarne una efficace sicurezza se non in alcuni rari momenti.
Alpinistica o meno, l’importante è e rimane affrontarla con la consapevolezza dei rischi presenti e anche un’adeguata conoscenza del terreno su cui si va a “giocare”, solo così ci si può godere quella che è indubbiamente una delle ascensioni più appaganti e spettacolari delle Alpi Apuane.
I nostri “numeri”, dai quali ho escluso le pause pranzo/foto:
Parcheggio Val Serenaia – Passo delle Pecore | 1h05′ |
Passo delle Pecore – monte Contrario 1788m | 0h45′ |
Monte Contrario – monte Cavallo 1895m | 1h30′ |
Monte Cavallo – Parcheggio Val Serenaia | 2h30′ |